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Romolo e Remo Mary Smith    
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Romolo e Remo

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Romolo e Remo

Una storia proveniente dalle leggende tradizionali e dai miti dell'antica Roma, Italia

 

 

 

 

 

 

 

*

 

Tanto tempo fa, in una terra lontana chiamata Italia, il Dio Marte prese in moglie la dea della terra e del bosco, Rea Silvia.

Ebbero due figli gemelli, uno chiamato Romolo e uno chiamato Remo. Come culla Rea Silvia usava un grande cesto, che metteva sulle rive del Tevere, in modo che il suono dello scroscio e l'ondeggiare dell'acqua avrebbero cullato i suoi bambini, facendoli addormentare. In quel cesto, i piccoli gemellini dormivano profondamente.

Ma, un giorno, scese così tanta pioggia che il fiume Tevere straripò al di là delle sponde. L'acqua della piena trasportò via il cesto e i gemellini galleggiarono lontano, fino a valle, all’interno della loro culla.

Quando il cesto giunse finalmente a riva, i bambini erano molto affamati e cominciarono a piangere. Le loro grida furono udite da una lupa, che stava cacciando nelle vicinanze. La lupa arrivò dai bambini, lì confortò con il suo corpo caldo e peloso e li lasciò bere un po' del suo latte.

Dopo che la mamma lupa lasciò i due gemelli, fece ritorno alla sua tana, in modo da poter nutrire i propri cuccioli di lupo.

Il cestino si era venuto a posare sotto un albero di fico, nel punto dove il fiume Tevere confluiva ai piedi di una collina. Questa collina era chiamata Colle Palatino e, ai suoi piedi, viveva un pastore, insieme a sua moglie. Il pastore si chiamava Faustolo e sua moglie si chiamava Acca Larentia.

Il pastore trovò il cestino contenente i due bambini, e portò i gemelli a casa da sua moglie. Faustolo e Acca Larentia furono gentili e premurosi con i gemellini e li crebbero facendoli diventare forti, coraggiosi e dei duri lavoratori. Alla fine, i ragazzi diventarono dei giovani uomini e decisero di fondare una città.

Romolo imbrigliò un toro bianco e una mucca bianca a un aratro, e arò un solco per segnare il confine della nuova città. Il solco disegnò un grandissimo quadrato e, all'interno di quel quadrato, furono sistemate delle strade e furono costruite ville e appartamenti.

La città fu chiamata Roma, prendendo il nome da Romolo, che la progettò, e gran parte di quella vecchia città può ancora essere vista da chi visita Roma oggi.

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